IL MINISTRO “BUFFETTI” E LA QUESTIONE MERIDIONALE
Alla domanda del giornalista che chiedeva cosa arriverà in più di fondi al Sud per recuperare il GAP con le scuole del Nord, il ministro della Pubblica Istruzione risponde così: “Più impegno del sud ci vuole, dovete lavorare, fondi no, ma impegno e sacrifici”
Stizzito, con un’espressione di schifo che gli si legge sul volto, il Ministro di area leghista Bussetti snobba il popolo meridionale, considerandolo alla stregua dei peggiori vagabondi.
Il nuovo teorico della questione meridionale è un politico nato a Gallarate in Lombardia e ministro del cosiddetto “governo del cambiamento”, che cerca ancora di tenere insieme, in un contratto impossibile, due basi elettorali geograficamente, economicamente, culturalmente separate e distanti.
Purtroppo troppe volte i tempi del governo vengono scanditi dal solo goniometro della Lega che taglia in due oltre che i tempi di un’Italia a tante velocità, pure l’inesperienza o la complicità colpevole dell’alleato grillino.
Cosa sarà del Mezzogiorno da oggi in poi?
Lo sapremo a breve quando cioè il Governo dovrà pronunciarsi rispetto ai disegni di autonomia regionale differenziata promossi da tre regioni italiane del nord ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione. Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, tre territori ricchi e che in termini di popolazione rappresentano con i loro 20 milioni di abitanti, un terzo del totale della popolazione italiana. Si profila un assenso imposto dalle pressioni della Lega che tifa per rendere un terzo di cittadini italiani con il sangue blu.
Ove le tre proposte dovessero essere approvate dal parlamento, le maggiori risorse a disposizione di Lombardia, Veneto, Emilia, sarebbero inevitabilmente sottratte a tutto il resto della popolazione italiana residente fuori dai confini delle tre regioni “superelette”.
Già il federalismo fiscale, partito dopo il 2001 con la riforma del titolo V della Costituzione é stato sospinto dalla Lega in tutte le sue salse e forme, penalizzando con il calcolo del fondo “perequativo” quei territori del Sud con una capacità fiscale per abitante nettamente inferiore rispetto ai comuni più popolosi del nord.
Ora ci manca pure questo nuovo salasso!
Senza uno scatto di dignità, le parole del Buffone di turno, Ministro o altro esponente dell’attuale maggioranza, si materializzeranno ancora una volta contro le popolazioni e le regioni del Mezzogiorno con effetti irrecuperabili e devastanti nel tempo.
Stavolta, ironia della sorte e ciance a parte, davvero si corre il pericolo che “si passi dalle parole ai fatti”.
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