AMBIENTE E CLIMA: DOPO KATOWICE PUNTARE SULLE FONTI RINNOVABILI. “GREEN ECONOMY vs “BLACK ECONOMY”

Non sono bastati gli appelli degli scienziati che hanno lanciato un conto alla rovescia per salvare il mondo, mettendo in guardia tutti del pericolo di innalzamento fulmineo delle temperature nel giro di un paio di lustri. A Katowice i governi del mondo, pressoché rappresentati in tutte le loro multiformi espressioni, hanno ancora una volta preso tempo e chiuso senza importanti novità la conferenza sui cambiamenti climatici promossa annualmente dall’ONU.
La tutela ambientale è uno dei temi più attuali perché strettamente correlato alla salute dell’umanità intera. Il riscaldamento del pianeta, che gli scienziati annunciano di un grado e mezzo già entro vent'anni, richiede uno sforzo che però tarda ad arrivare, specie dai signori del petrolio e dell’industria delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
Dinanzi alla necessità di abbattere del 50% i tetti attuali di gas serra, i governi hanno preferito rinviare tutto al prossimo anno dandosi appuntamento in Cile, salvo impegnarsi, ma solo formalmente, a rispettare da subito gli accordi di Parigi del 2015.
Sarebbe già un piccolo passo se gli stati del mondo si trovassero impegnati a non far crescere la temperatura del pianeta oltre i due gradi centigradi, come stabilito a Parigi.
Una missione che sembra impossibile poiché l’economia di oggi rimane ancorata agli idrocarburi quali fonti principali di scambio economico finalizzato all'approvvigionamento energetico.
Sino a quando la prospettiva della “green economy” offerta dalle fonti rinnovabili non sarà premiale, premiante ed incentivante, essa non potrà mai sostituire il modello dominante della “black economy”, quest’ultimo, viceversa, fondato sul petrolio a buon mercato, sull'alto livello di inquinamento ambientale e sulla mercificazione continua del clima e della natura che ci circonda.
Posted: 17 Dic 18 By: Category: Blog Letto 1470 volte

Redazione

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