MANOVRA 2019, DEFICIT AL 2,04%. MA I “CONTE” NON TORNANO
Il presidente del Consiglio dei Ministri ancora non ha completato del tutto la sua missione a Bruxelles.
La trattativa con la Commissione europea, imposta dall’Ue al Governo italiano sull’impianto della manovra di stabilità, è in corso seppure sia già stato annunciato il clamoroso dietrofront sul livello di deficit strombazzato inizialmente dal Governo italiano.
Non più il 2,4% come proposto dall'esecutivo Lega-M5stelle ma un deludente 2,04% che suscita tanti sospetti e dubbi, ma soprattutto blocca molte aspettative.
Quella che doveva essere la “manovra del popolo” sarà un souvenir in miniatura, in cui la parte del reddito di cittadinanza, che pur rappresentava l’unica importante novità per disoccupati ed indigenti, subirà un restringimento della base sociale dei potenziali beneficiari.
Le pressioni dei gruppi finanziari internazionali hanno funzionato meglio dei lanciafiamme scarichi del governo italiano, costretto a battere ritirata dinanzi all'ennesimo ricatto dell’establishment politico- finanziario nei confronti di stati sovrani come lo è l’Italia.
Nel mentre Mario Draghi autorizza la fine delle politiche espansive con una stretta sull’acquisto di titoli da parte della Bce, forse la vera concessione da parte di Moscovici & Company è quel numero quattro sulla cifra del deficit, ora non più il 2,4% ma il 2,04%, ingannevolmente octroyé al Presidente Conte. Balza agli occhi infatti il centesimale, se è vero, come è vero, che mai in questi mesi si è fatta questione di centesimi sul deficit.
Evidentemente per propagandare una vittoria mai avvenuta, il sospetto è che il Governo Conte abbia richiesto di scrivere comunque, al centesimo, il numerino 4, non potendo più pretenderlo in cifra decimale.
E ciò giusto per confondere meglio idee e numeri agli italiani che però, per sfortuna del Governo, parlano chiaro. Con il deficit al 2,04% i “Conti”, quelli veri, anche stavolta non tornano.
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