MANOVRA 2019: “QUELLO CHE NON HO...”

Il testo di una canzone del celebre Fabrizio De Andrè sembra calzare perfettamente ai Babbo Natale che hanno benedetto la manovra di stabilità del Governo in pieno clima natalizio.
A parte le polemiche, non proprio infondate, sui tempi di rilascio del maxi emendamento, rifilato ai parlamentari praticamente all'ultimo istante, la manovra per il 2019 è quasi legge.
Con una sforbiciata del 15% rispetto alle previsioni di partenza, la base dei percettori del reddito di cittadinanza non potrà essere di 3 milioni di italiani  ma si riduce ad 1,4 milioni di cittadini. Più o meno 600 euro a famiglia con la fregatura per quelle con una casa di proprietà (che di certo non è un bene di lusso) le quali si vedranno detrarre una somma pari al valore dell’affitto potenziale fino a poter annullare completamente il beneficio concesso.
Stessa cosa per la fatidica quota 100 dove il ritardo programmato permetterà di risparmiare altri soldi. Le finestre per il pensionamento infatti scatteranno presumibilmente dopo marzo. Ma la vera vittoria UE al braccio di ferro col Governo italiano sta nelle clausole di salvaguardia inserite in manovra che coprono parte delle spese per i regali sotto l’albero di Natale. 23 miliardi devono essere trovati entro l’inizio del 2020, altri 29 miliardi prima del 2021. 
Diversamente, fuori tempo massimo, le aliquote iva schizzeranno dal 22% attuale ad oltre il 25% nel 2020 superando il 26% nel 2021.
Una bomba che rischia di svalutare redditi, pensioni ed i progressi annunciati sul fronte dei consumi e della lotta alla povertà. Con l’aumento del’IVA gli adeguamenti promessi su pensioni al minimo sarebbero raffreddati in un attimo.
Sul fronte degli enti locali, scatta il blocco delle assunzioni fino al 15 novembre 2019 rendendo di fatto impossibile per i comuni intermedi e più piccoli di ricambiare il personale già in quiescenza o in procinto di pensionamento.
Altra pericolosa novità, l’innalzamento della soglia per gli appalti in affidamento diretto passata da 40mila a 150mila che ha allarmato Avviso Pubblico, organizzazione che racchiude gli enti locali per la formazione civile contro le mafie.
L’opera è completata dalla conferma dei piani di svendita/dismissione dei beni pubblici da cui il governo pensa di creare gettito e continuare così come i suoi predecessori.
Insomma, più di qualcosa manca ancora nella manovra 2019, per qualificarla del popolo o del cambiamento. E ciò che manca non è solo, come scriveva e cantava Fabrizio De Andrè “una camicia bianca”.
 
Posted: 26 Dic 18 By: Category: Blog Letto 1589 volte

Redazione

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