LA VITTORIA SOCIALISTA DI PEDRO SANCHEZ E IL "SALVAGENTE" EUROPEO
C’è una via di uscita alla crisi delle istituzioni europee diversa dai nuovi fascismi? Forse. Il suo colore non è proprio rosso, ma giallo-rosso come quello della bandiera spagnola.Le elezioni politiche spagnole hanno incoronato Pedro Sanchez, il leader del partito socialista operaio, quale futuro premier della Spagna. Per la verità, nella penisola iberica, il socialismo non è un vento sconosciuto.
Il Portogallo dal 2015 è governato da una coalizione di sinistra che comunque è riuscita a scacciare i fantasmi del default di stato e a riaccreditare il paese dinanzi all’osservatorio delle potenze mondiali. Andres Costa, il leader socialista portoghese, avrà ora il “cugino” della porta accanto, quale più prossimo interlocutore. Nella tornata elettorale spagnola il PSOE di Sanchez ha raccolto oltre 7 milioni di voti e con il 28,7%, è il primo partito avendo distanziato di dodici punti gli storici avversari del partito popolare che dimezzano i voti, complice l’avanzata della formazione franchista di estrema destra VOX. I nuovi fascisti spagnoli si sono attestati al 10% riuscendo ad ottenere una pattuglia consistente di deputati e senatori. Il sistema elettorale spagnolo che mescola il proporzionale col maggioritario, ha consentito dunque al PSOE di ottenere 123 seggi che sommati ai 35 ottenuti dalla sinistra di Podemos ed a quelli delle forze indipendentiste e nazionaliste, spianerà la strada alla formazione di un governo di coalizione con maggioranza molto tranquilla.
I socialisti spagnoli hanno avuto ragione di una destra troppo frammentata a seguito di una crisi parlamentare anticipata provocata dai popolari sulla legge di bilancio che prevedeva l’aumento del salario minimo di oltre il 20% a circa 900 euro, l’adeguamento delle pensioni all’inflazione, progressività delle imposte e tasse per i redditi più alti con l’introduzione di una patrimoniale per le grandi ricchezze.
Misure sociali importanti che evidentemente erano state apprezzate dal popolo spagnolo.
Anche i banchieri della BCE ora possono tirare un sospiro di sollievo. Paradossale ma vero! Il che dovrebbe però fare riflettere le elites della finanza e tutti i governi neoliberisti impauriti come erano dall’ondata nazional-populista che sta squarciando l’Europa partendo dai suoi quattro punti cardinali.
L’Europa e le sue istituzioni non possono continuare ad ignorare le spinte popolari che provengono da settori della società troppo marginalizzati ed espulsi dal circuito della rappresentanza sociale e politica.
Può essere la vittoria dei socialisti in Spagna una specie di salvagente, una spinta riformatrice da cogliere? Chissà.
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