DEF: IL GOVERNO IN SILENZIO STAMPA
Hanno disertato le telecamere, i big del Governo giallo-verde, all’indomani dell’approvazione del Documento economico finanziario 2019.
Il Def è quell’atto che anticipa le mosse di programmazione economica e finanziaria del Governo in base alle risultanze ed ai dati dell’economia reale.
Si racconta che durante quel Consiglio dei Ministri, le linee in campo erano almeno quattro: quella del ministro Tria che tiene sempre il portafogli stretto nel nome dell’UE, quella del Ministro Salvini che per capriccio pretende la “flat tax” ora e subito, quella del suo alterego, il ministro Di Maio, che dal trono del dicastero allo sviluppo economico controbatte tatticamente alle pretese del suo omologo leghista alzando la posta su altro. Infine il premier Conte vestito di tuta ignifuga ed elmetto a fare il pompiere.
Ma l’acqua non è bastata. E seppure Roma ne sia a corto l’incendio é divampato. Al chiuso, per questo le sagome affumicate e semi-bruciacchiate del governo in carica, non se la sono sentita così malridotte di presentarsi alla stampa.
Da quel poco che si legge nel Def non avrebbero potuto reggere il confronto coi giornalisti, né tantomeno assumere impegni con gli italiani rispetto a quelli annunciati trionfalisticamente nel dicembre scorso . Alcuni dati del Def ci sono però e sono inequivocabili, riguardano le previsioni di crescita del PIL inchiodata allo 0%. Ben al di sotto dei toni vittoriosi e delle immagini degli abbracci sul balcone di palazzo Chigi prima e dopo l’approvazione della legge di bilancio.
Rispetto alla previsione filogovernativa dell’1%, la crescita reale non decolla e l’omonimo decreto adottato qualche giorno fa dal Consiglio dei Ministri sembra più uno slogan propagandistico che una misura concreta per far ripartire il Paese.
È molto grave, in siffatto contesto che il Governo, piuttosto che affrontare direttamente i giornalisti, abbia diffuso a margine della riunione infuocata un comunicato stampa striminzito e privo di qualunque rassicurazione per l’economia italiana.
Nella tabella allegata al Def vi sono numeri che preoccupano e che lasciano tutti con il fiato sospeso circa un presunto aumento dell’IVA a partire da subito che annullerebbe ogni effetto positivo prodotto dal reddito di cittadinanza e dall’incremento della domanda interna e dei consumi.
Si sapeva che le clausole di salvaguardia non si sarebbero potute disinnescare così facilmente ed ora che Salvini pretende l’adozione della flat tax con doppia aliquota per fare il favore ai ricchi, mancano le coperture.
Tutto questo non poteva essere comunicato, né discusso oltremodo. E la sensazione è che molte verità scabrose siano state volutamente insabbiate e rimandate alla resa dei conti, inevitabile dopo le elezioni Europee.
Tanto per cambiare, la “nuova” politica del cambiamento (quale poi?) imita metodi, comportamenti e strategie di quella più “vecchia” e marpiona, dopo averli abbondantemente schifata.
E tutto come se niente fosse si copre e si annulla nella cortina del silenzio. Complice.
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