L’ansia, la psicosi, il terrore sono le sensazioni vissute da un popolo stremato dalla preoccupazione, disarmato e rinchiuso, dinanzi a quella che si annuncia la più grande tragedia umana dopo la seconda guerra mondiale. Ma cosa sta accadendo?
La società occidentale all’apice del suo sviluppo, segna la sua decadenza per mano di un virus COVID-19, sulla cui naturalità molti sarebbero pronti a non scommettere.
Lo sterminatore del ventunesimo secolo agisce impetuoso e di soppiatto sorprendendo anche quelli che lo avevano sottovalutato.
Tra tutti, il presidente americano Donald Trump ed il suo omologo “europeo” il primo Ministro inglese Boris Johnson, entrambi pronti a sacrificare i loro popoli, milioni di persone in pena davanti all’arrivo silenzioso di Covid19.
La teoria dell’immunizzazione del “gregge” divenuta egoismo di stato é rozza, disumana e spiega finalmente cosa significhi anteporre sempre e comunque gli interessi economici a quella cosa più naturale che esista, la vita biologica.
Popolo considerato animale, persone trasformate in agnelli sacrificali solo perché i signori del capitale, per i quali é facile regalarsi un tampone a domicilio, non debbono fermare i loro profitti parassitari, i loro guadagni sui mercati, i loro investimenti nella borsa che crolla. E così le pecore possono continuarsi ad infettare liberamente purché non fermino il ciclo degli affari finanziari. Anzi si infetteranno così tanto fino a riprodurre gli anticorpi necessari a salvare il sistema.
Il desiderio di non fermarsi mai, di produrre ricchezza in quantità, scommettendo persino sulle catastrofi, é la regola di questa società del Trump pensiero, che si autoalimenta sui soldi, sul loro movimento frenetico, sulla creazione artefatta di salvadanai inesistenti che quando si spaccheranno saranno vuoti.
La dichiarazione di Cristine Lagarde, presidente della BCE all’indomani dell’annuncio della pandemia in Europa, é la dimostrazione plastica della boria del potere, che non vuole arrendersi dinanzi alla vista della lugubre sfilata militare di bare al cimitero di Bergamo.
Il governo cinese non esclude in tutto questo l’ipotesi complottista. Proprio a Wuhan, focolaio mondiale del COVID-19, qualche mese prima dell’inizio del contagio si sono svolti i giochi militari internazionali che hanno visto la partecipazione di forze armate dei paesi di tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti.
Non sappiamo cosa si celi dietro questa emergenza sanitaria mondiale, sappiamo che molti governi non saranno nelle condizioni di gestirla anche in quei paesi occidentali come l’Italia dove sistemi sanitari pubblici più solidi hanno l’obbligo di assistere la popolazione.
Il governo italiano, in grande difficoltà, non ha saputo subito dare una lettura lucida del pericolo. Avesse mandato in immediato LOCKDOWN le regioni e le province dapprima coinvolte, avrebbe potuto contenere l’epidemia senza dover poi estendere per decreto, l’8 marzo scorso, il contagio ad altri territori vergini.
Ora, con un sistema sanitario già in tilt, con gli ospedali lombardi ingolfati e il personale medico disperato tra defezioni e infezioni, gli unici aiuti arrivano non dai paesi tradizionalmente alleati nel gioco degli interessi economici e finanziari, ma dai paesi più lontani e distanti da quella visione del mondo che sino ad oggi ha visto il capitalismo vincere sul socialismo, il denaro vincere sull’uomo, la boria dei primi della classe, vincere sulla semplicità degli ultimi.
Ma oggi gli ultimi vengono in soccorso dei primi e dell’Occidente, giungono al servizio dell’Italia e del suo popolo. I medici da Cuba, dalla Cina, dal Vietnam sono uno schiaffo rifilato da chi per anni é stato messo in quarantena dal sistema di comando mondiale perché considerato appestato, comunista, fuori dalla storia.
La lezione politica é invece severa e deve essere imparata, come quella che il virus purtroppo sta infliggendo a milioni di persone ammalate o ammutolite nelle loro case per paura, la cui esistenza rischia di non avere più senso senza relazioni sociali.
L’individualismo di stato è il prodotto del neoliberismo che, in nome della incontrollata ricerca della felicità, si sta scomponendo in una solitudine senza precedenti esteriorizzando il lato peggiore ed estremo dell’essere umano. D’un tratto siamo diventati tutti diversi l’uno dall’altro, anche il razzismo perde di significato dinanzi alle proporzioni gigantesche della tragedia umana. Un tempo buio fatto di penombra, nascondigli, quarantene, liste di proscrizione, giustizia fai da te nei confronti dei cosiddetti “untori”, che oltre ad avere la sfortuna di ammalarsi debbono reggere il peso psicologico dell’onta “civile”. Chi si ammala è automaticamente “colpevole”.
Siamo oltre ogni immaginazione da film. Chi avrebbe mai potuto pensare che il capitalismo sarebbe potuto giungere al suo apice consegnando al futuro una società senza certezze? É giunta l’ora preconizzata dal decadentismo, quella della fine della società borghese?
Chi vivrà vedrà. Certo é che dopo la pandemia niente sarà come prima. E il Covid-19 avrà segnato quantomeno uno spartiacque morale tra una società ipocrita e quella nuova che dovrà essere ricostruita sulle sue rovine.
L’auspicio é che il finale non sia come quello del film Cassandra Crossing, dove dopo una rocambolesca avventura si salvano solo i viaggiatori nelle carrozze di prima classe. E tutti gli altri passeggeri nei vagoni di seconda classe, giù in fondo al burrone.