OGGI BERLINGUER SAREBBE "POPULISTA"
Di Michele Tripodi. L’11 giugno 1984 moriva Enrico Berlinguer, ultimo grande segretario del Partito Comunista italiano. Pochi anni dopo la sua morte, il PCI si sarebbe dissolto, inabissando lentamente tutti coloro i quali ancora si sentono figli di quella storia. In realtà l’insegnamento di Enrico Berlinguer oggi è oggetto di un revisionismo storico pauroso che legittima anche i più moderati ed i più estremisti a rendere merito alla sua figura, forse più per un fatto emozionale dovuto alla sua morte prematura, che per reale convinzione.
Il pensiero del compagno Enrico Berlinguer era di una chiarezza e semplicità immediata, in grado di raggiungere chiunque. Oggi Berlinguer sarebbe stato “populista”, perché il suo linguaggio, il suo modo di esprimersi, di comunicare, la sua maniera facile, la sua onestà intellettuale arrivava alla gente comune e permetteva al PCI di parlare e rivolgersi direttamente al popolo.
Chi pensa di poter annoverare Berlinguer nel pantheon degli europeisti “senza se e senza ma”, compie un incredibile errore.
L’Europa che Berlinguer auspicava, non era quella che oggi si struttura sul primato della finanza sugli stati e sui popoli. Tutto l’opposto semmai, il pensiero di Berlinguer guardava ad un’Europa unita d’alternativa, nella quale i popoli, la democrazia, il socialismo, avrebbero dovuto rappresentare la punta avanzata della nuova visione del mondo e della società. Una società nella quale la centralità del lavoro avrebbe elevato la dignità dell’uomo, lo avrebbe emancipato dallo sfruttamento e lo avrebbe realizzato nella sua dimensione di cittadino libero nel quadro di un umanesimo comunitario.
Le idee di Berlinguer sull’Europa - come scrive giustamente Paolo Ciofi - hanno una derivazione spinelliana che evocava l’unità politica della stessa, nella quale le rappresentanze nazionali sarebbero state il motore e la guida.
Quell’idea di Europa immaginata da Berlinguer oggi non esiste.
Sino a quando la politica, nelle sue articolazioni democratiche, sociali e istituzionali, dipenderà da gruppi di influenza esterni alle dinamiche della rappresentanza elettiva e dei meccanismi di delega del consenso stabiliti nelle Costituzioni nazionali, quella visione del mondo, critica e al tempo stesso progressiva, di cui Berlinguer fu portatore, sarà solo un sogno svanito prima di cominciare.
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