L’annuncio è la dimostrazione plastica di come le rivendicazioni dei gilet gialli siano coincidenti con quelle dei comunisti francesi che si oppongono alla visione di un’Europa neoliberista ad esclusivo uso delle élites del potere finanziario.
L’alleanza è anche frutto della lungimiranza reciproca sintetizzata nella convergenza tra un partito strutturato ed il primo movimento nato e organizzato su una piattaforma social. Le lotte del movimento digitale dei gilet gialli ha costretto Macron a ripiegare sul carobenzina e sugli aumenti salariali, obbligando il governo francese ad innalzare l’asticella del deficit in quota spesa pubblica.
Infatti, senza altri strumenti se non quelli rudimentali offerti da facebook, i gilet gialli si sono moltiplicati a dismisura divenendo catalizzatori di consenso reale.
Ora aspettiamo la volta dell’Italia, un paese dove le anime litigiose e sparpagliate dei comunisti e della sinistra non riescono a trovare degna dimora per ritornare ad essere protagonisti della discussione politica nel Paese.
Fuori dalle istituzioni e sempre più deboli nella società, le forze antagoniste della tradizione social-popolare italiana soffrono a riprendersi la credibilità di un tempo.
La nascente “piattaforma berlinguer” che nasce dal basso, è un tentativo originale, per unire forze e consensi ripartendo dalla partecipazione diretta dei cittadini alla politica attiva.
Si parte, appunto come per i gilet gialli in Francia, da una piattaforma sociale digitale, che tuttavia a differenza di facebook, non è capitalista e non muove per fare profitto sugli utenti, viceversa possiede un’identità specifica e valori di riferimento, funziona orizzontalmente in blockchain preoccupandosi soltanto di condividere con i partecipanti idee, opinioni, decisioni, e lotte popolari. 
Fare comunità in pratica. Ed essere diversamente comunisti perché figli dell’era digitale.