LA CRISI DEL CONCETTO DI SVILUPPO

Di Giancarlo Nobile. Viviamo in piena crisi ecologica e bisogna innanzitutto riscoprire e praticare dei limiti, rallentare (i ritmi di crescita e di sfruttamento), abbassare (i tassi di inquinamento, di produzione, di consumo), attenuare (la nostra pressione sulla biosfera, ogni forma di violenza). Un vero regresso rispetto al 'più veloce, più alto, più forte''.

Difficile da accettare, persino da dirsi. Tant'è che si continuano a recitare formule che tentano una contorta quadratura del cerchio parlando di sviluppo sostenibile o di crescita qualitativa, ma non quantitativa, salvo poi rifugiarsi nella vaghezza quando si tratta di attraversare il concetto fiume dell'inversione di tendenza.

Ed è invece proprio quello che ci è richiesto, sia per ragioni di salute del pianeta, sia per ragioni di giustizia. Non possiamo moltiplicare per 5/6 miliardi l'impatto ambientale medio dell'uomo bianco e industrializzato, se non vogliamo il collasso della biosfera, ma non possiamo neanche pensare che un quinto dell'umanità possa continuare a vivere a spese degli altri quattro quinti, oltre che della natura e dei posteri. 

Il recupero del sistema terrestre è il grande compito della nostra generazione, ma questo si può ottenere solo attraverso un radicale cambiamento,  una profonda riconversione sociale ed economica. E' questa la società sostenibile per un rapporto armonico tra il sistema antropico e quello naturale.

 Il grande nemico da battere è il modello dello sviluppo economico che ormai alberga nelle nostre menti.  Siamo stati mentalmente inquinati dalle leggi economiche, da modi di essere, che invitano permanentemente e continuamente a dare l'assalto a tutto ciò che ci circonda (acqua, aria, minerali, fonti di energia, foreste viste esclusivamente come risorse da sfruttare). 

Ci hanno spiegato che questo è lo sviluppo e che lo sviluppo è la cosa più lodevole a cui bisogna ispirare; che il possedere merci è il miglior mezzo per conseguire la felicità.

Sappiamo quanto sia difficile qualsiasi tentativo di cambiare la situazione vigente. Il disinquinamento mentale è il più difficile di tutti perchè invita a pensare e pensare è faticoso e fa paura. Ma occorre attrezzarsi, agire. Convincere che: pensare con la propria testa è bello e fa bene a noi e a tutto ciò che circonda.

Ma le resistenze in difesa del concetto di sviluppo sono ancora forti c'è chi bizantinamente, moderno cercatore del sesso degli angeli, va cercando di trovare la differenza tra il concetto di crescita e quello di sviluppo. E' questa la ricerca di una distinzione lessicale che tende soltanto a dilatare nella pratica la distanza economico-produttiva tra i due termini. Salvando così non solo nominalmente, ma sostanzialmente un modello economico che al concetto di sviluppo si rifà comunque e che ha avuto nei suoi vari momenti sempre questa etichetta per indicare i vari piani, ma che è entrato anche nel linguaggio comune come ad esempio 'paesi in via di sviluppo', 'processi di sviluppo', occasione per lo sviluppo'. 

Nella relazione della Commissione Speciale per l'Ambiente e Sviluppo delle Nazioni Unite da cui nacque il rapporto 'Il futuro di tutti noi'  fu inventato un nuovo concetto di sviluppo, fatto proprio dal mondo politico ed economico, esso era lo 'sviluppo sostenibile' visto come uno sviluppo che sia in grado di soddisfare le esigenze del mondo contemporaneo senza compromettere la capacità delle generazione future di far fronte ai propri bisogni. In definitiva era l'accettazione del modello socio-economico che ci sta portando alla catastrofe con qualche aggiustamento di facciata.

Possiamo accettare il concetto di sostenibilità come fattore di giustizia nei confronti delle generazioni future (equità intergenerazionale), e nello stesso tempo come eguaglianza fra le componenti di quella presente (equità intragenerazionale). Si tratta in definitiva, non di un processo di arretramento ma l'estensione spaziale e temporale del concetto di equità all'interno processi economici.

Inoltre, ed e questo l'aspetto essenziale, la sostenibilità cerca un equilibrio costante con i cicli e i vincoli naturali del sistema terra. Va invece rigettato invece il  concetto di sviluppo; in natura tutto tende ad una armonia dinamica non ad una crescita o sviluppo. 

Dunque ecco che nasce il concetto di 'società sostenibile'. La sostenibilità l'abbiamo vista prima; il concetto di società, che prende il posto di quello pericoloso di sviluppo, implica che tutti i componenti del sistema terra formino una 'società' in cerca costante di un equilibrio vitale in un reciproca interrelazione. 

Abbiamo dunque bisogno di un benessere completamente diverso: un benessere che non sia, come è visto nell'ottica sviluppista, come un ben-avere ma sia un ben-essere ecologicamente compatibile tra bisogni fisici     e psichici e l'ambiente in cui siamo inseriti e di cui facciamo ineluttabilmente  parte.    

Posted: 04 Apr 19 By: Category: Blog Letto 2538 volte

Redazione

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