VOTO ABRUZZO: L’UNICO SCONFITTO È IL PARTITO DEMOCRATICO
di Michele Tripodi *
Se non fosse che Marco Marsilio è un presidente in quota Fratelli d’Italia (Meloni), Lega e Movimento Cinque Stelle potrebbero governare da soli la Regione Abruzzo con una maggioranza parallela. È questo il dato politico e numerico che viene fuori dalle urne abruzzesi. Il resto è propaganda.
Il centrodestra infatti ha eletto il Presidente della regione Abruzzo, sostenuto praticamente dalla stessa coalizione di governo che il 4 marzo scorso si presentò agli elettori italiani.
Il 28% della Lega e l’ingresso di dieci deputati regionali leghisti in regione Abruzzo annichiliscono gli alleati, facendo interrogare tutti sul reale senso e sulla tenuta della democrazia nel nostro Paese.
Primo dato. Il 53% di votanti, praticamente la metà degli aventi diritto che nemmeno si preoccupa più di andare a votare. La prima analisi è sul forte astensionismo che testimonia lo scollamento tra popolo e istituzioni. Segno che invocare sempre e comunque la rappresentanza istituzionale non equivale a misurare la democrazia reale.
Poi c’è da dire che la Lega, capitanata dal suo duce in versione social, ha ormai passato il Rubicone da tempo. Cresce a dismisura anche scendendo geograficamente verso Sud, in modo uniforme e pericoloso, ipotecando la leadership di una coalizione di centrodestra che paurosamente si presenta come unico antidoto possibile alla presenza grillina. Bel guaio.
Il Movimento cinquestelle in Abruzzo non ha sfondato, vero. Ma certamente non si può affermare che il suo 20% sia da buttare. Tutti i commentatori del risultato sparano a zero sulla mancata tenuta del partito di Grillo parlando di flop, addirittura cercando di salvare il centrosinistra che al seguito del suo candidato presidente aveva ben otto liste collegate! Il dato elettorale è un altro invece e va letto tutto, dalla testa ai piedi, considerando che i grillini correvano da soli e con l’insidia del voto di preferenza tradizionalmente legato all’aplomb dei singoli candidati.
Sette seggi ai grillini che dopo la Lega sono la seconda forza presente in Consiglio Regionale d’Abruzzo.
In teoria, Lega più Cinquestelle fanno 17 seggi in numero tale poter estromettere tutti gli altri dal governo.
Il vero sconfitto dalle elezioni abruzzesi è solo uno dunque ed è il Partito Democratico, la cui lista raccoglie un misero 11% e solo tre deputati regionali. Bell'affare.
Col Partito Democratico l’idea di sinistra è stata già distrutta in Italia, con i media che ancora si illudono di poterne legittimare i suoi fallimentari risultati, scomparirà completamente. Serve altro per riorganizzare nel Paese l’opposizione a questo governo, innanzitutto gruppi dirigenti e forze diverse, che richiamandosi ai valori genuini della nostra Costituzione ed alle lotte dei lavoratori per i diritti, portino con sé oltre che la novità, un’altra dote: l'essere credibili.
Michele Tripodi
Sindaco di Polistena (RC)
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