IL "CONTE" SACRIFICALE
Com’è dura l’avventura nei palazzi del potere. Le elezioni europee hanno stabilito un verdetto inoppugnabile. La lega di Salvini ha eroso gran parte dell’elettorato del M5stelle, e può oggi alzare la voce su ogni questione che prima del voto era rimasta sospesa. L’autonomia differenziata di tre regioni del Nord, il completamento della TAV, la modifica al codice degli appalti, la flat tax, sono solo alcuni argomenti che a questo punto prendono forma con l’assenso amaro del lato B del governo gialloverde.
Il moral hazard come si direbbe oltre Manica, lo ha giocato al meglio la Lega che oggi ha in mano la fune su cui è appeso un Di Maio a piedi nudi.
Non siamo al circo, siamo al governo. E se la manipolabile piattaforma Rousseau tributa a Di Maio piena fiducia, si attende lo scossone di quell’equilibrio sospeso e non troppo a lungo.
Nella campagna elettorale Lega e M5stelle hanno fatto credere agli elettori di essere antagonisti, due forze quasi agli antipodi che condividono insieme i banchi del governo e della maggioranza. Roba da politica squallor che in altri tempi sarebbe stata apostrofata come uno sciagurato connubio vetero-qualunquista. Tutto oggi è concesso invece, anche dai cittadini.
Alle ultime elezioni, laddove non abbia prevalso la Lega, lo ha fatto il M5stelle in molte città del Sud Italia. La coalizione di governo somma percentuali importanti nonostante oggi appaia instabile e litigiosa. E c’è chi al Sud si sorprende per l’avanzata della Lega. Ma perché oggi c’è differenza votare Lega o Cinque Stelle? Affatto. Due facce della stessa medaglia, ipocrita medaglia, appioppata al petto del premier Giuseppe Conte in modalità “agnello sacrificale”.
Col giochino del dottor Jekyll-Mr. Hyde Conte è riapparso con un discorso di 45 minuti, in avanscoperta per sondare il terreno scacciacrisi, già sventata prima del tempo e per una ragione semplice: provate voi a chiedere a questa classe dirigente catapultata quasi per gioco in Parlamento, se è disposta a rinunciare alla pagatissima poltrona che occupa.
La risposta è scontata. Alla fine dello spettacolo il M5stelle sarà il vero agnello sacrificale. Piegato totalmente alla causa del suo alleato che muove e può tirare la fune "sospesa" in qualunque momento. E la caduta non sarà leggera.
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